Transatlantico di Montecitorio. Antonella Giuli, sorella del ministro, amica di Arianna (Meloni), ufficio stampa della Camera, si avvicina al presidente della Commissione Cultura, Federico Mollicone, Fratelli d’Italia, già noto per aver denunciato il cartone “Peppa Pig” dove due orsi maschi crescevano i loro orsetti, e sospeso dall’aula per aver aggredito il 5Stelle, Leonardo Donno.E lo accusa, ”sei un piccolo uomo”, di avere raccontato ai giornalisti fatti che hanno messo in difficoltà il ministro della cultura e costretto alle dimissioni il capo di gabinetto, Francesco Spano. Lui nega. Lei promette:”Ne parleremo!” Ma Mollicone si alza, le viene vicino e grida due volte: “Mi stai minacciando?” Giuli, quello della “infosfera globale” e della “centralità del pensiero solare”, ha denunciato “il clima di mostrificazione” a cui è stato sottoposto il suo capo di gabinetto, accusato da Report di conflitto di interesse per essersi tenuto come consulente del MAXI il marito, Marco Carnabuci. Mentre una chat di Fratelli d’Italia riesumava, dal passato di Spano, il finanziamento a una società LGBTQ che sarebbe stata dedita a commerci sessuali.
Non basta. Dicono che Mollicone “riferisca” al sottosegretario all’attuazione del programma, Giovanbattista Fazzolari. Il quale fu accusato dalla presunta amante dell’ex ministro della cultura Sangiuliano, Maria Rosaria Boccia, di aver insinuato che lei avesse avuto a che fare pure con Lollobrigida, già marito di Arianna. Mollicone, Giuli, Fazzolari, Lollobrigida, tutti giovani fascisti romani degli anni ‘90, coetanei e amici delle Meloni.Non basta ancora. Il ministro dell’industria e del Made in Italy, Adolfo Urso, afferma di voler denunciare “Domani” per aver pubblicato una conversazione tenutasi al ministero e dalla quale risulterebbe un finanziamento alla società “One More Picture”, di Emanuela Cacciamani. Anche costei, oggi amministratrice delegata di Cinecittà, sarebbe una cara amica di Arianna. E secondo “Domani”, oltre al ministero di Urso, anche il Maxi di Giuli, il ministero della cultura di Sangiuliano, la regione Lazio di Rocca, avrebbero finanziato la fortunata imprenditrice.
Ammesso che non vi siate persi in questa ridda di nomi, amicizie e nomine, vorrei proporvi una griglia interpretativa; se volete, una chiave di lettura. Arianna e Giorgia non si fidano che degli amici di Colle Oppio, irrilevanti fascisti romani indotti a sognare che Atreju e Aragorn avrebbero cambiato il mondo. Purtroppo il contatto col mondo e col potere ha distinto le loro strade. Alcuni pensano, come Putin, che gay, trans, donne che abortiscono o che prestano l’utero, siano creature di Sauron, che trascinano l’Occidente alla perdizione. Altri invece sono stati spinti da un debordante narcisismo a portarsi in ogni dove l’amante, a vantarsi delle imprese sessuali quando ancora erano compagno e marito delle regine, a darsi un’aria “à la page” (o che credono tale) pronunciando frasi grottesche e reclutando all’estrema destra pure Gramsci e un gay, con marito nominato al seguito. Per quanto tempo un paese complesso, che ha conosciuto il cinismo di Andreotti, l’avventurismo di Craxi, l’amoralità di Berlusconi, potrà farsi governare da un club ristretto e provinciale, che porta le stigmate della sconfitta anche quando rivendica tutto il potere? Non credo per molto. Perciò Meloni un giorno si inventa complotti e l’altro sbotta: “Alla fine mollerò per questo. Fare sta vita per eleggere sta gente. Anche no!”

