Maltempo si spera, titola il manifesto. “Smog, caldo e siccità: un dicembre da record”, la Stampa. Il Corriere la butta in politica “Scontro sui rimedi anti smog”, ma non resiste, in cronaca, alla tentazione di denunciare i guasti di questo “Caldissimo dicembre”. Repubblica pubblica una foto di Milano avvolta nello smog e affida a Framcesco Merlo il compito di ironizzare sulla esaltazione della luce che dissipa le tenebre, evocata dal Papa “Luke-Francesco”, lo chiama, e dalla regina d’Inghilterra, Leia-Elisabetta”. Per colpa del Global Warming e a dispetto di Star Wars, potrebbe succedere – scrive Merlo – che “non coincideranno più il bene con la luce e il male con il buio”. Boh! Anche Natale, dopo tutto, è una festa d’après solstizio d’inverno: il Dio che si fa uomo nasce in una grotta buia, scaldato dal bue e dall’asino, quando il sole invitto ha smesso di calare, dopo il giorno più corto dell’anno, e l’evento annuncia la rinascita della terra e con la terra dell’uomo e del divino che è in lui. I primi cristiani scorgevano nei cambiamenti climatici il segno della corruzione morale dell’impero che li perseguitava. E non è che sognassero, perchè è persino possibile che la fine dell’impero nel terzo secolo sia stata accompagnata da un mutamento climatico.

Mettiamoci l’anima in pace. Se questo tepore in dicembre sia il modo con cui la terra ci avverte che è finita per noi, e per nostra colpa, gli scienziati lo confermeranno solo tra qualche anno, quando forse sarà tardi. Resta molto da fare, per ridurre le polveri fini a Roma e Milano, per liberare Pechino dalla morsa che la soffoca. Cose di buon senso: rallentare la corsa della locomotiva cinese, più trasporti in comune, magari rinunciare alle trivellazioni nel Mediterraneo, per sfruttare il poco petrolio e di pessima qualità che c’è, prima scatti un divieto inevitabile dopo gli accordi di Parigi. Così come non mi sembra di buon senso costruire – “Ideona di Renzi”, ironizza il Fatto – altri 9 inceneritori in 8 regioni del centro sud. “Il mezzogiorno è povero ma il governo invece non c’è” scrive proprio oggi Eugenio Scalfari.

Dopo Cassese, Salvati. Alla presentazione del libro Dentro e Contro di Marco Revelli che osa chiamare Renzi populista, Cassese ha sottolineato come il Parlamento abbia approvato molte leggi e il governo si riunisce tutti i venerdì, dunque hakuna matata. Salvati dice che Renzi non è populista perché non ha sostenuto “politiche molto popolari allo scopo di ottenere un facile consenso elettorale, politiche all’apparenza favorevoli alla gran massa della popolazione, ma che poi non possono essere sostenute dal reddito del Paese e sono incompatibili con i vincoli europei o internazionali”. E invece è proprio quello che fa, detassando la casa, con i cadeaux fiscali agli industriali, i vari bonus, lo scaricabarile sulle banche, le accuse alla Merkel, a Bruxelles e, sotto sotto, a Draghi. Quando si è opposto all’Europa, Tsipras provava almeno a definire un progetto alternativo – e quindi non era, per me, populista -, Renzi promette solo, per ora contro ogni evidenza fattuale, che saprà risvegliare gli spiriti animali del capitalismo.

La gran coalicion. Garcia Marquez si spende a favore di un accordo PP, PSOE, Ciudadanos, perché – scrive – un accordo dei socialisti con Podemos sarebbe in disastro per la Spagna visto che Iglesias appoggia il referendum per l’indipendenza catalana. É lo stesso punto di vista di Susanna Diaz, governatore dell’Andalusia e principale ostacolo al tentativo di Sanchez di chiudere un accordo per un governo delle sinistre. Io dico che se Madrid non concederà a Barcellona il referendum, perderà la Catalogna per sempre . Il nazionalismo dei vecchi stati nazionali, al tempo dell’Europa e della globalizzazione, mi sembra nostalgia pericolosa.

I russi hanno ucciso uno jihadista anti Isis. Questo lo sapete, forse sapete meno che la cosa renderà più difficile evacuare dai sobborghi di Damasco ribelli islamisti e militanti del Califfo per accompagnarli a Raqqa, a combattere contro i Curdi. C’era un accordo in tal senso, avallato dall’ONU. E forse non sapete che l’Arabia Saudita vuole dare “una seconda possibilità – El Pais – agli jihadisti pentiti”, una sorta di “riabilitazione ideologica” sempre in seno al settarismo wahabita. Un’amnistia ai fascisti prima della morte di Mussolini?

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