Mentre il Caffè aspetta, come tutti, che i voti per corrispondenza decidano se l’Austria avrà un presidente di estrema destra o un verde che fino a ieri sembrava spacciato. Intanto, anche il Caffè, legge questa frase, curiosa per il luogo dove è stata detta: “Il mondo sta attraversando una fase pericolosa, è in atto un disegno di austerità e di neoliberismo che rischia di causare catastrofi, in una società fatta di pochi ricchi e moltissimi poveri”. Il luogo? Cannes, paradiso, durante il festival, di vertiginosi décolleté, paparazzi inarrestabili, di straricchi e strafatti in cerca di escort di lusso. L’ha detta, quella frase, Ken Loach, quando ha saputo di aver vinto la Palma d’Oro con il suo “I, Daniel Black”. L’ha detta per invitare il cinema ad avere coraggio e battersi per il futuro.

Un futuro che non può nascere dall’ignoranza e dal disprezzo per il passato. Ieri la brava Maria Elena Boschi ha fatto una gaffe delle peggiori. Intervistata da Lucia Annunziata ha detto che l’Anpi voterà no al referendum costituzionale ma “I veri partigiani voteranno Sì”. E questo è il titolo di Repubblica, che chiosa con l’ira di Bersani: “Come si permette di distinguere tra partigiani veri o finti. Chi si crede di essere?” La ministra ha detto pure che si dimetterà anche lei, come Renzi, se gli italiani votassero No. E in serata, da Fabio Fazio, il presidente emerito Napolitano ha dato loro la sua benedizione: “In caso di vittoria del no il governo sarebbe in difficoltà”. Tiriamo le somme: “vota si chi vuol bene all’Italia” Renzi, “chi è per il No è come quelli di Casa Pound” Boschi, “il No provocherebbe la crisi”, Napolitano, e l’ingovernabilità, Renzi. Altro che confronto nel merito, siamo davanti a una campagna a reti unificate per spaventare e indurre gli italiani ad avallare la modifica di ben 47 articoli della costituzione, senza andare troppo per il sottile, pur di tenersi Renzi e la Boschi al governo, che sarebbero il male minore.

Ma così non funziona, il pensiero unico e le regole contraffatte della democrazia per battere – come dicono loro – l’antipolitica, finiscono col favorire la peggiore anti politica, quella reazionaria e simil fascista. La notizia arriva dagli Stati Uniti. Due sondaggi dicono che Donald Trump potrebbe battere Hillary Clinton. E Vittorio Zucconi, proprio lui che ha irriso Sanders durante tutta la sua campagna, per fortuna non ancora conclusa, oggi scrive così: “Trump e Clinton sono i due volti della stessa medaglia, l’uno l’immagine allo specchio dell’altra, con i connotati rovesciati: Hillary è il volto dell’establishment, è la conferma dell’esistente. The Donald – lo affermano i suoi sostenitori – è il cambiamento. Qualunque sia il rischio che il cambiamento comporti. Non è quindi la sua forza a gonfiargli le vele, è la debolezza dell’avversaria. Lei coagula attorno a sé tutto ciò che milioni di americani, e non soltanto poveri o ignoranti, detestano, accusando “il potere” di averli penalizzati, esclusi o esposti alla minaccia esistenziale dell’immigrazione e delle minoranze, quella minaccia che ha reso seria la candidatura di estremisti di destra in Europa”. Ma dai, pure Zucconi ammette per una volta che senza una sinistra, continuando con i politici d’apparato della Terza Via, che ritengono inevitabile il dominio di questo capitalismo finanziario, senza guardare oltre e puntare al futuro, alla fine vince la destra simil fascista?

Ps questo è il testo della mio caffè audio che potete trovare ogni mattina sul sito di Left. Corro con l’Antimafia in Sicilia. E non ho tempo, oggi, di sviluppare ulteriori riflessioni.

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