L’ultradestra fermata per posta. Questo titolo, a pagina 2 di Repubblica restituisce il senso della sconfitta solo per un soffio in Austria, grazie al voto per corrispondenza, del partito pro muro e pro filo spinato, anti europeo e simil fascista. Il sospiro di sollievo dopo la paura suggerisce ad alcuni che, alla fine,” l’uno contro uno funziona”, nel ballottaggio i buoni si riuniscono e il cattivo perde. In Austria però si trattava di eleggere un simbolo, un Presidente con pochi poteri. E sul filo di lana una maggioranza risicata ha bocciato il simbolo più sapido, quello con cui si rischiava di più. Con l’italicum invece si elegge al ballottaggio il capo del governo e con quel voto gli si regala la maggioranza assoluta, facendone il dominus incontrastato per 5 anni. È probabile allora che la santa alleanza funzioni al contrario, che gli elettori più diversi votino insieme contro l’arroganza di chi vuol tutto. In modo educato lo spiegano oggi al premier Stefano Folli su Repubblica e il direttore del Corriere Fontana. Ma è inutile. La campagna ormai è lanciata. Celeste Ingrao si lagna che il viso di suo padre venga accoppiato ai manifesti per il Sì, e pure quello della Iotti e Berlinguer. Il treno corre.

Napolitano si offende. “Mi offende – afferma – chi dice che vota No per difendere la Costituzione”. No, caro presidente, non si offenda, risponda, se crede, a questa semplice domanda: è vero o non è vero che bicameralismo, quorum alto per eleggere capo dello stato e giudici costituzionali, poteri al Presidente della Repubblica di indicare il premier e di sciogliere le camere, che tutto ciò, nella Costituzione del 48, serviva a impedire che una semplice maggioranza (non governasse ma) dominasse? Ricorda, caro Napolitano, gli anni 70? Quando gli Italiani votavano Democrazia Cristiana ma al tempo stesso volevano divorzio e l’interruzione di gravidanza? Domani, con una sola Camera, con il premio di maggioranza consegnato direttamente al premier, con lo svuotamento dei poteri del Quirinale – potere di nomina del governo e di sciogliere le Camere – chi vincesse anche per un voto, anche se a votare al secondo turno fosse meno della metà degli aventi titolo, potrebbe fare quel che vuole in qualunque caso, scelte di governo e diritti. Non è questo tradire la Costituzione?

Il fronte del Sì non vuol vedere e non vuol sentire, ecco il punto vero. Non si conquista il cuore degli elettori se non rispondendo, con una proposta politica, agli assalti della cosiddetta anti politica. Un esempio? Oggi El Pais intervista Bernie Sanders il quale, secondo tutti i sondaggi, batterebbe Trump con un margine ampio, mentre la Clinton avrebbe difficoltà e potrebbe essere sconfitta. Spiega Sanders: “il popolo americano sta soffrendo e vede che l’establishment non risponde a questa sofferenza”. “La segretaria di stato Clinton – aggiunge – ha goduto dell’appoggio dell’establishment in tutto il paese, eppure abbiamo vinto in 20 stati e perso in 3-4 per un pelo.” Sanders non si rassegna, vuole vincere in California il 7 giugno e convincere così i super delegati – deputati e sanatori che vanno alla Convention di diritto – che gli indipendenti voterebbero per lui, Bernie e non per Hillary, e che senza il voto degli indipendenti a novembre si rischia di perdere contro Trump.

Iraq, Siria e dintorni. Fra poche ore o pochi giorni, l’esercito iracheno potrebbe riprendere Falluja agli uomini del califfo, i quali però mettono a segno più attacchi kamikaze in città siriane sotto protettorato russo, facendo oltre 100 morti. A margine di un forum mondiale umanitario, che si è tenuto in Turchia, Merkel ha detto a Erdogan: “rispetta la democrazia, oppure niente visti”. Erdogan aveva sfidato la cancelliera con un articolo sul Guardian: “noi ci teniamo due milioni di immigrati, l’Europa non ci faccia lezioni”. “Soldati Italiani in Libia con Haftar. L’Ok di Renzi” dice Repubblica a pagina 11. Haftar è il generale protetto dall’Egitto e nemico del governo insediato a Tripoli dall’Occidente. Abbiamo cambiato partner in Libia, abbiamo ritrovato l’intesa con al Sisi, dopo l’assassinio di Regeni? Tanto per saperlo.

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