Unioni civili, Renzi non si metterà di traverso, il succo è questo. Contata la piazza del family day, constatate le divisioni nella chiesa – che vengono in luce nella polemica del giorno dopo su chi possa attribuirsi “il merito” di aver riempito il circo massimo -, il presidente del consiglio e segretario del partito di maggioranza ha deciso di non decidere. Per chi vuole la legge compromesso e pensa che sia sempre meglio che nessuna legge, è una buona notizia. Vediamo. Stampa ricorda l’incognita “dei voti in Parlamento”, Corriere assicura “niente stralci sulle adozioni” e Repubblica vede “un patto Pd-M5S sulla legge”. Il verbo del premier affidato alla retroscenista del Corriere: “La politica deve assumersi la responsabilità di decidere”. La politica, non Matteo Renzi. Dunque decida la politica, decida il Parlamento, con il rischio – avverte la Meli – che il voto segreto consenta “ai grillini e alla minoranza interna di dare un colpo a Renzi, bocciando le «stepchild adoption» senza metterci la faccia”. Risponde su Repubblica Giovanna Casadio: “I grillini considerano la legge Cirinnà irrinunciabile e sono pronti a votarla anche se dovesse subire modifiche significative”. Dunque, patto Pd-M5S.

Siria, strage al santuario sciita. Kamikaze, vicino alla moschea sciita di Sayyida Zeinab, altri 60 morti e un centinaio di feriti messi a segno da Daesh nel cuore di Damasco. Un’altra strage, che cambia? Cambia che questa è tutta politica. Il califfato, che ha perso molti territori in Siria e in Iraq, indica il nemico negli sciiti, chiama alle armi i sunniti (fondamentalisti e wahabiti) amici dell’Arabia Saudita contro i seguaci di Ali, genero martire del profeta. E lo fa proprio mentre questi amici dell’Arabia sono stati invitati da Staffan De Mistura a Ginevra per concordare il cessate il fuoco con le truppe di Assad. Al Bagdadi non è ancora sconfitto perché tra i suoi presunti nemici ci sono militanti islamici (e fanatici religiosi), amici dei sauditi, che somigliano come gocce d’acqua ai suoi boia mascherati di nero e ai kamikaze.

L’Isis sbarca a Lampedusa, scrive il Giornale. Il titolo riprende una esternazione del ministro francese della difesa Le Drian che ha constatato come i guerriglieri islamici si trovino ad appena 350 chilometri dalle coste italiane: possono arrivare con i barconi. Dunque, interveniamo con le armi in Libia. Lo abbiamo capito. Qualcuno se non la Pinotti questo Le Drian o un generale americano o una fonte d’intelligence, ce lo ripete ogni giorno. Come, con quanti soldati, per cosa fare esattamente, colpendo quali nemici e contando su quali alleati? Di questo si dovrebbe informare il Parlamento Italiano, perché è questo che prevede la Costituzione. Invece tutto avviene a mezzo stampa. Poi, quando gli aerei avranno già i motori accesi, Lotti farà il conto dei voti che servono, Boschi ricatterà i renitenti e il Parlamento approverà quello che si è deciso altrove. Oggi Paolo Franchi si chiede, con bella penna e buone letture, se il mondo stia passando “Dalla democrazia parlamentare a quella plebiscitaria”. Potrei rovesciare la frittata e dire che si sta passando dal giornalismo che indaga i fatti a quello che preferisce corteggiare il potere e interpretarne i desideri.

Iowa, si parte. Questa notte primo voto (senza urne, con il sistema dei caucus) per le primarie americane. Si tratta, secondo Le Monde, del “primo test per i candidati anti sistema” (Trump e Sanders). In realtà comincia una maratona per testare se, e come, il sistema dei partiti sappia ancora irretire la protesta e il disincanto. L’establishment non vuol cambiare condotta, intende aggrapparsi al capitalismo finanziario, alle enormi disuguaglianze che crea, alle continue iniezioni di denaro liquido con cui si droga, alla montagna di debiti inesigibili ma in grado di schiacciare gli stati (deboli) e di svalutare ancora il lavoro. I candidati dell’establishment non possono fare altro perché sono i figli di quel mondo, vengono da università in cui si insegna che il neo liberismo è l’unica filosofia possibile, hanno mille conflitti di interesse e dispongono di un’arma potente: la paura del vuoto. Certo diminuisce la fiducia e cala la partecipazione democratica. Pazienza.

 

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