I socialisti del malumore, li chiamerò così. Si sono riuniti all’Eliseo. “Strappo sui migranti. Ankara si fermi”, titola il Corriere; “Basta austerità ora l’Europa deve intervenire”, Repubblica. La prima frase è stata detta da Hollande che, spinto dalla sua opinione pubblica, vuol mettere dei paletti all’accordo tra Markel e Erdogan, accordo che darebbe ai turchi la libera circolazione in Europa più soldi, al prezzo che si tengano i profughi come meglio gli pare, violando diritti e regolando i conti interni con curdi e libera stampa. La seconda frase non è stata detta così: è una sintesi di Repubblica di quel che i socialisti vorrebbero. Da chi lo vorrebbero? Non è chiaro, dalla Merkel presumo. Renzi ha detto: “non possiamo continuare con un vertice ogni 15 giorni. È quindi che facciamo? Decidiamo di cedere sovranità all’Europa, proviamo a cambiare i parametri rigoristi che furono introdotti con la nascita dell’euro, cerchiamo di unificare le politiche fiscali e di darci un ministro del tesoro comune? No, questo i socialisti di governo non lo hanno detto neanche ieri. Ciascuno continua a chiedere condizioni di maggior favore per il suo paese, ciascuno scarica le contraddizioni e i limiti sull’Europa. Ma quale Europa? Il parlamento non tocca palla, la commissione applica parametri che i governi nazionali prima hanno concordato e ora non cambiano, la BCE stampa carta moneta e compra titoli del debito, altro che austerità. Allora è la Merkel, non può essere che lei all’origine del malumore socialista. La quale Merkel sta per per subire un rovescio dalle elezioni in tre Lander, rovescio che sarà ancora più grave, stando ai sondaggi, per i socialdemocratici della SPD. Dopodiché tutto autorizza a pensare che la Germania sarà ancora più critica nei confronti del bazooka di Draghi e più severa con i paesi che accolgono meno immigrati di quanto non stia facendo Berlino. Malumore, dichiarazioni e strizzatine d’occhio ad uso interno, non politica, questo purtroppo resta del vertice dell’Eliseo.

Le fortune di Renzi, scrive Giannelli, sono di avere come avversario D’Alema che, proprio lui, gli dà delll’arrogante, di avere “la simpatia di Berlusconi” che gli candida a Roma ‘l’uomo giusto per un disastro” cioè Bertolaso, di essere stato accusato di “brogli” da Bassolino, di “avere una Maria Elena Boschi” la quale ammicca: “Non dite che preferite Zagrebelsky”. Che posso aggiungere a tanta sintesi? Che Matteo Renzi ha detto pure ieri: “Fuori non interessa a nessuno delle nostre liti” ma è proprio lui, con le sue veline ai giornali, con i suoi cani scatenati sui media che alimenta ogni giorno quelle liti. Chi non la pensa come lui non merita rispetto perché “ha distrutto l’ulivo”, “ha perso le primarie”, “invece di fare (dal governo) critica”, non si incanta davanti all’Italia che cresce solo dello zero virgola, nonostante Draghi, nonostante il prezzo sempre più basso delle materie prime. “Papà, il mio professore dice che lo zero virgola di cui parlano le slide, in uno scenario macro economico, è irrilevante”. Sarà un gufo, figlio mio.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.