Titoli ottimisti, commenti preoccupati. “Banche, la UE apre all’Italia”, tranquillizza Repubblica, ma subito sotto Andrea Bonanni si chiede per “A chi tocca pagare gli errori”, chiama “truffa” quella perpetrata ai danni dei risparmiatori da Banca Etruria e consorelle, dice che “la Commissione europea, invocando regole condivise, difende i contribuenti italiani contro i politici italiani” e conclude: “se lo Stato intervenisse con i nostri soldi per ripianare quel buco (senza neanche rivalersi sul management delle banche e sulle sue laute e immeritate retribuzioni) concederebbe al sistema bancario uno status di privilegio ingiustificato e, soprattutto, alla luce dei fatti, totalmente immeritato”. Irenico il Corriere annuncia: “Risparmio, il piano dei rimborsi”, ma Federico Fubini vede “trappola da evitare”. “Né a Berlino, né a Francoforte nessuno crede più che l’Italia cerchi di ridurre il suo enorme debito pubblico. Le continue richieste di «flessibilità» a Bruxelles sul bilancio pubblico – inclusa l’ultima misura «anti-terrorismo», il bonus da 500 euro per mandare i 18enni a teatro – hanno convinto tutti in Europa che il governo di Renzi non farà alcun tentativo di risanare il debito”. Insomma, c’è il rischio di un pasticcio all’italiana.

Salvate il soldato Boschi. Il Fatto Quotidiano trova il suo titolo grazie alla denuncia di Saviano: “il ministro si deve dimettere per il conflitto di interesse nel caso Banca Etruria”. Ieri Maria Elena Boschi non si è fatta vedere alla Leopolda e pare abbia persino declinato un invito a “Otto e mezzo”. “Il caso banche rischia di oscurarci”, avrebbe detto – stando a Repubblica – Matteo Renzi. Intanto il Giornale scopre “un codicillo del decreto (approvato dal governo insieme al salva banche) che “salva dai guai suo papà”. Si tratterebbe di una norma che “limita fortemente la possibilità di azionisti e obbligazionisti di avviare un’azione di responsabilità nei confronti degli amministratori delle banche in dissesto”. Repubblica pesca l’ex funzionario che vendette i bond al pensionato suicida di Civitavecchia: “Ho Luigi sulla coscienza, ma l’ordine di mentire ci arrivava dalla banca. Dicevano che se non li avessimo piazzati saremmo stati licenziati”. I Boschi, padre e fratello – ”una famiglia in banca” titola la Stampa – sapranno, si spera, dimostrare la loro estraneità. Intanto polizia e magistratura chiedono le carte di Banca Etruria e, per dirla con Saviano, “il problema politico è enorme”.

Abbassa quella voce. Pur compiti e con molto rispetto, è quel che chiedono oggi a Matteo Renzi tutti i grandi giornali. “ Un eccesso di trionfalismo da parte del governo – spiega Stefano Folli – rischia di trasformarsi in altrettanto carburante per il treno dei Cinque Stelle, in primo luogo, e anche di Salvini”. “Non vanno “i toni sempre più alti del governo”, scrive Verderami. Massimo Franco, sempre sul Corriere, vede un doppio pericolo per il premier: “non pesare ai tavoli continentali dove si decide; e favorire sul piano interno proprio i partiti che hanno l’antieuropeismo come bussola”. Tutti infieriscono sul povero Nardella che ieri, per conto di Renzi, aveva provato a liquidare socialdemocrazia europea, il vecchio Pd, e l’appello dei sindaci per cantare le magnifiche sorti del “partito della nazione”. Così facendo, spiega la Stampa, ha dato cartucce agli “anti renziani” e alle loro “Iniziative divise per colpire uniti: Fassina-D’Attorre a Napoli, i bersaniani a Roma per riproporre un Pd ulivista e di sinistra”.

É proprio il giorno dei dubbi. “Interveniamo con l’atomica, così ci leviamo il pensiero del dopo”, dice Altan. Si riferisce ai missili nucleari che Putin sta esibendo sullo scenario siriano? Direi di sì; ma è probabile che stia pensando anche allo scenario libico, dove si sta cercando un accordo in tutta fretta tra le diverse fazioni per poter programmare “un intervento a guida italiana”. I giornali raccontano, intanto, la presa di Sabrata, sito patrimonio dell’Unesco, a due passi da Tripoli, ora in mano ai tagliagole vestiti di nero. Valls si preoccupa, invece, dei “neri” d’Europa: “se vince il Fronte – ha detto – in Francia si rischia la guerra civile”.

Notizie (semi) oscurate. “I depistaggi per coprire le botte. Cucchi, nuove accuse ai carabinieri”, scrive Corriere. Finalmente, dopo 6 anni, la verità si fa avanti. D’altronde c’è voluto quasi mezzo secolo perché un prefetto incontrasse la vedova Pinelli, vittima di una strage di stato. Raffaele Guariniello rifiuta di essere mutato in santino da celebrare in quanto ormai inoffensivo, perciò rifiuta l’ipotesi di una proroga concessa e lascia la magistratura. Coerente con sé stesso: troppe prescrizioni – dice alla Stampa – sono aumentati gli infortuni sul lavoro, nonostante tutto il lavoro fatto, e “si sviluppa l’idea che le regole ci sono, ma che si possono violare impunemente”. Immarisio, Corriere, spiega che da anni gli hanno levato la “sua” squadra, con la scusa di un “criterio che impone ai magistrati un termine massimo di permanenza nello stesso gruppo di lavoro”. Giustizia (semi) paralizzata in Italia, giustizia molto sbrigativa in Cina. “Il Warren Buffet cinese – scrive Financial Times – sequestrato da un’unità anti corruzione di Pechino”. Aveva comprato il Club Méditerranée le Cirque du Soleil. Pare che starebbe “collaborando” con le autorità. Questo gli eviterà la pena di morte?

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