Un muro. Alto 4 metri, lungo 175 chilometri, per dividere l’Ungheria dalla Serbia. Lo vuole Orban, il fascista magiaro che voleva introdurre la pena di morte. Un muro, meglio, un altro muro. Dopo le barriere di filo spinato tra Grecia e Turchia, Bulgaria e Turchia, dopo il muro degli Stati Uniti al confine con il Messico, il Muro del Marocco nel Sahara Occidentale, e quello detto “salva vita” o “muro della vergogna” che Israele ha costruito al confine con la Cisgiordania. Si vergogni chi costruisce muri, grida il Papa. E solo un cretino, come Salvini -“non ci serve il perdono”,ha detto-, non capisce che Francesco non sta chiedendo a Orban a lui o alla Le Pen di preservarsi per il regno dei cieli. Gli sta ordinando di non ripetere gli errori che portarono alla prima e poi alla seconda guerra mondiale. Di non perdersi qui e ora.

60 milioni di profughi. “La nazione fantasma in cerca d’asilo”, scrive Repubblica. Scappano da Siria ed Eritrea, dai massacri della guerra in Medio Oriente e dalla tortura della fame e dei regimi tirannici. Fermarli? Per Orban, a costo di sterminarli. I partiti socialisti europei balbettano. Le Monde: “La timidité du plan français face au drame des migrants”. L’ordine di Hollande è parlarne poco, togliergli dagli occhi dei francesi e..incrociare le dita. Renzi incontra Cameron che gli offre qualche spicciolo per la Sicilia. Il governo narra di rimpatri e di navi che li soccorrono ma se li portano a casa loro. Sul Corriere, Caprara sbertuccia questo genere di balle. La verità è che non governiamo le emergenze né sappiamo difenderci dalle mafie che ne approfittano. La riforma necessaria è proprio questa: cominciare a governare.
Dilaga il razzismo. Quello inconsapevole non è migliore. Parlo del tweet di Beppe Grillo: “Roma sommersa dai topi,dalla spazzatura,dai clandestini”. Che c’è di male a dar fiato a quel che agita la nostra pancia? Al disgusto, alla paura di perdere il decoro di strade e città, per finire sommersi da un’invasione di rifiuti chimici, animali e perfino umani? C’è che è una posizione irrazionale. Senza costruire subito gli Stati Uniti d’Europa, che offrano una pace dignitosa a Russia e Iran per combattere, insieme, la barbarie del Daesh, senza una politica di aiuti all’Africa e di accoglienza per un numero ragionevole di migranti, saremo comunque travolti dalla marea nera, distruggeremo le fondamenta della nostra civiltà e le conquiste di 70 anni di pace. E gli Italiani non lo perdonerebbero né a Renzi, né a Salvini, né a Grillo.

Renzi e il suo doppio. Sulla scuola “decisi a rivedere tutti i punti del testo”, dice Faraone a Repubblica. Ma intanto la Commissione Cultura non si riunirà fino a martedì e tutto lascia intendere che il Pd (di maggioranza) voglia esautorarla per andare in aula, con il testo della camera, presentare un maxi emendamento su cui porre la fiducia. Dialogo o total recall? Spiegateci, please. Stessa musica a Roma: “Sbrigativa la battuta di Renzi su Marino”, dice Orfini alla Stampa. Ma per la retroscenista del Corriere “Marino ha i mesi contati, a settembre dovrà cedere le armi”.”Voto in primavera con il referendum (sulla riforma costituzionale”. E lei vuole Giachetti candidato. Poi, sulla scuola, mette in bocca a Renzi: “Votino pure contro (la fiducia): noi ce ne andiamo tutti a casa e centomila precari non vengono assunti. Vogliono assumersi questa responsabilità?” Un decisionista sempre più indeciso, e sotto ricatto ad opera dei suoi fidati e fedeli. È quel che capisco.

 

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