L’Europa deciderà dopo il voto. Sulla manovra. È il titolo del Corriere della Sera. Le osservazioni arriveranno oggi, il Governo non risponderà formalmente, ma sta già cercando di aggirare l’ostacolo “blindando” alcune misure discusse, tagli tutti da verificare ed entrate una tantum, nel decreto fiscale che ha presentato a parte. In tal modo conta di “alleggerire” la manovra tendendola più potabile per la Commissione europea. “Braccio di ferro con la UE”. titola la Stampa, “L’Italia aumenta i tagli per evitare il richiamo”. Tutto questo, sotto traccia, la narrazione, ad usum referendarium, resta un’altra. Il raduno per il Sì convocato per sabato 29 diventerà una manifestazione a sostegno del Governo Renzi e della sua gloriosa battaglia contro l’Europa dello zero virgola e dell’egoismo nazionale sui migranti. Prevedo che la Commissione europea e il Governo tedesco lasceranno fare, perché temono le possibili conseguenze di un cambio del cavallo a Palazzo Chigi. Più tardi presenteranno il conto.

Migranti, è record di sbarchi. Viminale siamo al collasso. È il titolo di Repubblica. Ci sono tre notizie dietro questo titolo. 1) Lo smantellamento ad opera della polizia francese del campo di Calais: i 9mila migranti che avrebbero voluto raggiungere padre, moglie, fratelli in Gran Bretagna verranno schedati e dirottati chissà dove. 2) A Gorino, nel ferrarese, un centinaio di persone ha bloccato il pullman che avrebbe dovuto accompagnare in un ostello 12 donne africane e 8 bambini. Non li hanno guardati in faccia, hanno inteso che li avrebbero portati da loro, che il prefetto gli imponeva di accoglierli, e hanno detto no. 3) In 3 giorni sono stati recuperati 12mila migranti nel canale di Sicilia (34 già morti). Ecco che si fanno i conti: nel 2014 sono arrivati in Italia 152mila migranti, nel 2015 ne sono arrivati di meno, 139mila, quest’anno ne sono sbarcati già 153mila. E l’anno non è ancora finito. A me sembra che l’Italia faccia meglio di altri in mare, ma che poi affronti la questione come se si trattasse di un’emergenza temporanea. Così non è, bisognerà programmare l’accoglienza, registrare chi arriva, accogliere quelli che possono e vogliono restare – molti di costoro possono essere una risorsa e non un problema – e aprire un vero confronto con l’Europa sui tanti che intendono solo fare tappa in Italia per andare a nord. È possibile? Sì, lo è. Conviene? Voglio vedere Gran Bretagna e Germania che dicono: “è vero hanno parenti che lavorano a casa nostra ma ve li dovete tenere lì in Italia”. Subirebbero un contraccolpo di immagine all’estero e sociale in patria. E i migranti saprebbero chi sbarra loro la strada.

Tagli alla casta, il Pd fa melina per rinviare. Titolo del Fatto, secondo cui il partito di maggioranza rimanderà in commissione la proposta dei 5 stelle per dimezzare il salario dei parlamentari. In modo da non dover dire né sì né no prima del 4 dicembre. Cosa penso? Che ridurre il soldo di deputati e senatori sia una boiata pazzesca. 100mila euro lordi l’anno non sono una vergogna in un Paese dove un professionista può guadagnare meglio nelle strutture pubbliche e arraffa invece molto di più se lavora nel privato (settore per altro ben alimentato, da iniezioni di denaro pubblico). Ripeto invece che mi pare vergognoso (alla Camera, ma anche nei giornali e in molte aziende pubbliche) l’uso assai generoso che si fa di rimorsi esentasse: un vero invito alla truffa che rende difficile distinguere le persone per bene da quelle che per bene non sono. Tuttavia, se il Pd dice: “basta un sì (il 4 dicembre) per ridurre parlamentari e costi della politica”, è del tutto consono che M5S dica: “basta un Si (ora, in parlamento) per dimezzare gli stipendi e risparmiare molto di più”. Chi di populismo ferisce, di populismo perisca. Dalle macerie della demagogia poi dovremo ricostruire. Io spero.

All’ultimo respiro, titola il manifesto. “I gas serra hanno superato ogni soglia e resteranno a livelli mai visti per generazioni”. “Il 2016 – aggiunge il Corriere – è stato l’anno più caldo di sempre, anche a causa del Niño”. Naturalmente le risposte potrebbero esserci: trasporti in comune, auto elettriche, piani urbanistici ed energetici per rendere più confortevole la temperatura nelle case senza bruciare quantità crescenti di gas a effetto serra, modificare le abitudini alimentari che ci portano ad allevare in modo intensivo e a uccidere un numero di animali enormemente più alto di quel che l’uomo (ricco) può mangiare. Ne discutiamo? Ci dividiamo sulle strade più efficaci da intraprendere? Direi di no. Molti, invece, continuano a sognare una ripresa che non arriverà. E che se mai arrivasse, ci porterebbe a inquinare di più.

Sfogliando i giornali. El Pais ha condotto una campagna battente per convincere i socialisti ad astenersi sul governo delle destre guidato da Raioy. Tuttavia oggi sul Pais, a pagina due, il vignettista El Roto disegna Francisco Franco tra i serpenti e gli fa dire: “Ora mi capirete, anch’io volevo evitare nuove elezioni!” Il Corriere, a pagina 12, parla di Ruth Bader Ginsburg, giudice della Corte Suprema che è diventata un mito tra i giovani americani per il suo “io dissento”. Per aver sposato la causa dei diritti costruendo “la giurisprudenza sulle pari opportunità, l’autodeterminazione della donna sull’aborto, il matrimonio tra omosessuali”. In forte contrasto, ma nel rispetto reciproco, con Antonin Scalia, giudice ultra conservatore recentemente scomparso. Tatuaggi e magliette con l’immagine di questa ebrea russa, che fra l’altro ha definito Donald Trump “un impostore”. Ha 81, è maggiore di Sanders e di Corbyn. E a proposito di splendidi ottantenni, Valentino Parlato firma un bel fondo sul manifesto nel quale prevede che presto Scalfari ci dirà come anche il Papa, dopo Mattarella, gli abbia detto in privato che voterà Sì al referendum del 4 dicembre. Se il Papa e Mattarella smentissero, sarebbe come dire che voteranno No. Non possono farlo e perciò tacciono. Bel colpo Eugenio.

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