Pronto! Verso l’incarico. Conto alla rovescia. Repubblica, Corriere, Stampa sono certi che già questa mattina Mattarella darà l’incarico a Paolo Gentiloni, farà quel nome che ieri la delegazione del Pd non ha voluto proporgli. Per rispetto del Capo dello Stato e della sua autonomia, hanno detto gli interessati. Per far apparire meglio che le carte in realtà le sta dando Renzi, con le sue consultazioni parallele tenute a Palazzo Chigi, sostengono Fatto e Manifesto. Intatti titolano: “Rieccolo!” e “Secondo Matteo”. La ragione di questa ultima notte senza nome potrebbe però essere un’altra. Prima di conferire l’incarico, Mattarella avrebbe voluto sottolineare che quello Gentiloni sarà “un governo con pieni poteri” senza data di scadenza scritta sul retro. Perché “bisogna armonizzare le leggi elettorali di Camera e Senato” – ha detto egli stesso – e perché urgono “adempimenti e le scadenze di politica interna e internazionale e la ricostruzione del dopo terremoto”. Se qualcuno vorrà defenestrare in primavera il Presidente incaricato, dovrà chiederlo apertamente o votargli la sfiducia. Così il Giornale commenta: “Non si vota subito”. E aggiunge: “Mattarella non fa il gioco di Renzi”.

Renzi senza stipendio. “Da domani e fino a febbraio – avrebbe detto a Maria Teresa Meli – io farò l’autista dei miei figli, a scuola, calcio, teatro. Punto”. “Staccherò del tutto. Non sarò domani alla direzione. Starò l’intera settimana a Firenze, tranne per il passaggio della campanella. Lontano dalla politica romana e dalla politica politicante”. Non perdo la faccia, le avrebbe detto: “c’è un solo uomo che lascia avendo i voti e la richiesta del Presidente della Repubblica di restare. Berlusconi ha mollato perché gli hanno tolto i voti. Prodi idem. Io con 173 voti di fiducia lascio. E senza paracadute….Da domani devo anche trovarmi uno stipendio”. Disoccupato? Non proprio: “Congresso del Pd. Renzi riparte in camper”, avrebbe detto a Repubblica e a Giovanna Casadio. “Il 10 gennaio (dopo aver arringato i mille componenti dell’assemblea nazionale, convocati in quel giorno) parto: comincio la campagna per le primarie”. Che conta di stravincere “Dovrò prendere oltre 2 milioni voti” (più del milione e 895 mila ottenuti nel 2013)” confida alla Meli.

“Ho perso la fiducia dei giovani”. In vena di (parziali) autocritiche e animato da una forte voglia di riscatto, nel colloquio con Massimo Gramellini, riferito sulla Stampa da Jacopo Iacoboni. “Lavorerò sui giovani e sul web, perché il Pd lì è assente”. “Il mio errore più grosso – avrebbe aggiunto – è stata la riforma della scuola: non è riuscita come avrebbe voluto”. Su tutto il resto Renzi pensa di aver avuto ragione, di aver fatto un capolavoro. Incompreso. “Caro Matteo Renzi” – lo implora Eugenio Scalfari – se vuoi dare una buona prova della tua personalità non devi occuparti del tuo partito e delle elezioni che vorresti avvenissero al più presto. Devi occuparti del bene del nostro Paese”. Restando al governo. “Fammi sognare – aggiunge Eugenio – che tra alcuni giorni somiglierai in vesti moderne a quello che furono un secolo e mezzo fa Cavour e Garibaldi: la guida politica e lo spirito rivoluzionario.” Anche Sergio Romano vorrebbe che Renzi restasse “alla testa del governo sino alla fine della legislatura”. Anche perché “deluso e amareggiato, sembra comportarsi come se volesse lasciare al futuro il compito di dargli ragione. È successo anche ad altri uomini politici, più grandi di Renzi. Si fanno da parte e aspettano che le cose, dopo la loro uscita di scena, vadano male. Un leader che nutre questi sentimenti non giova alla comunità nazionale. Preferirei – scrive Romano – un Renzi che metabolizza la sconfitta e resta al servizio del Paese”.

I 5 Stelle in testa, il Pd verso la percentuale del 2013. Questo dice il sondaggio di Pagnoncelli. 31,5% ai 5 Stelle, 29,8 al Pd che, con Bersani ottenne poco meno, il 25,4% ma che poté conquistare il premio di maggioranza grazie a un ulteriore 3,2% portato in dote da SEL. Comprensibilmente i ragazzi del Grillo si sentono defraudati, vogliono elezioni subito e minacciano di assediare il palazzo della Corte Costituzionale e di ripetere l’Aventino, abbandonando il parlamento. In effetti anche se l’Italicum venisse bocciato dalla corte e si votasse con la proporzionale, sarebbero primi e Mattarella dovrebbe dargli l’incarico.

Il mondo intanto…29 morti e oltre 160 feriti a Istanbul, per un doppio attentato davanti allo stadio di Besiktas contro un furgone della polizia. Terroristi islamici o curdi? In ogni caso è il prezzo che i turchi pagano per la megalomania di Erdogan. Diplomazia del petrolio. Donald Trump avrebbe scelto come segretario di stato Rex W. Tillerson, petroliere a capo della Exxon Mobil, in affari e amico di Putin. Russia, Arabia Saudita e Iran hanno trovato una intesa per ridurre l’estrazione di petrolio e far crescere i prezzi. L’Isis torna a colpire. I giornali italiani spiegano come i tagliatella del Daesh abbiano approfittato della battaglia di Aleppo contro i “ribelli” filo sauditi, per sorprendere russi e siriani e rientrare a Palmira. El Pais aggiunge che lo stessa cosa è avvenuto con Sirte, in Libia.

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