Renzi, la rivincita. Presidente della Repubblica e Ministro della giustizia intimano, per bocca del vice presidente del CSM Legnini, il silenzio ai magistrati durante tutta la campagna referendaria. “Il silenzio”, scrive Giannelli, è “Il Consiglio superiore”. Insomma, visto lo sproposito costituzionale di un capo del governo che ha dettato le modifiche della costituzione e che lega le sorti del governo alla loro conferma nel referendum, Mattarella preferisce imporre il bavaglio ai magistrati, per evitare un conflitto di poteri. Capisco e disapprovo: è il diritto che batte in ritirata dinanzi all’arroganza. Capita l’antifona ecco che il Corriere sembra voler mettere da parte i dubbi di Ainis, che finora aveva scritto cose molto critiche sulle riforme, e affida ad Antonio Polito la missione impossibile di rendere commestibile quello che commestibile non sarebbe. Il bravo Antonio ci prova spiegando che “il senato (è stato) devitalizzato come un dente malato”, che “la procedura per approvare le leggi (è) ferraginosa e destinata ad aprire conflitti” e che c’è “un indebolimento del potere legislativo delle regioni”. Insomma “molti pasticci” ma aggiunge che “il meglio è nemico del bene”. Poi è vero che a ottobre si voterà, nella sostanza, anche per l’italicum, “una legge elettorale con il premio di maggioranza (pure questa un’anomalia tutta italiana) che può trasformare il partito che vince anche di un solo voto, qualsiasi siano le sue reali dimensioni elettorali, in un gigante parlamentare da 340 seggi, stipando e frazionando tutte le opposizioni”. Tuttavia – dice Polito – non si tratterà “di dar vita a un regime, come a parti rovesciate ora paventa Berlusconi, ma a un governo con pochi lacci e lacciuoli”. Dunque? Turatevi il naso. Per ottimismo, per non passare da gufi. Già sento la Rai di Campo dall’Orto vomitare ottimismo da tutti i pori. Viva!

La rivincita 2. Il sequel arriva con La Stampa: “L’autocritica di Renzi: nel Pd abbiamo una questione morale”. Bene, bravo, meglio tardi che mai! Peccato che il premier finga di aver ereditato la questione morale dai vecchi piddini che ha rottamato. Pur essendo ormai da 30 mesi alla guida di quel partito e avendone cambiato il DNA, Matteo Renzi si presenterà come la soluzione di questa questione morale che invece ha reso più grave, più profonda e diffusa con la sua politica di sgravi, bonus e riduzione dei controlli, con l’invito a sbloccare l’Italia senza andare per il sottile. Inoltre, ammettendo quello che è evidente, Renzi cerca di recuperare qualche voto di sinistra a Milano per Sala contro Parisi, sostenuto da Salvini e Berlusconi. Qualche voto per far vincere il manager di sinistra contro il manager di destra, per quanto sembrino identici. A Roma, dove la lista Fassina è stata esclusa per irregolarità formali – è stato presentato ricorso – se un 2% di gufi confluisse su Giachetti, questi potrebbe almeno evitare di essere escluso al primo turno.

L’Europa fortezza non è l’Europa. Su Repubblica Ilvo Diamanti dà conto del calo di fiducia degli europei nei confronti della costruzione europea. Solo in Germania – il paese che ne riceve più vantaggi – L’europa è apprezzata da una maggioranza, il 53%. In Francia i fiduciosi sono solo il 42%, in Gran Bretagna il 34% e in Italia il 33. Fra i giovani dai 18 ai 24 anni cambia un po’: Italia 44, Francia 47, Gran Bretagna 55%, Germania 76. In generale il sondaggio è disarmante: quasi un europeo su due preferisce non prendere l’aereo, evitare un viaggio all’estero, non andare a manifestazioni o riunioni in luogo pubblico. Per paura di attentati. Quanto all’immigrazione una maggioranza risicata, il 52% punta ancora “sull’accoglienza”. E questa è l’unica nota non negativa del sondaggio. Dunque? Dice Marc Lazar: “L’Unione è ormai una sorta di capro espiatorio su cui tutti sparano a zero”. E questo “tutti” – aggiungo io – include i partiti socialisti e democratici in cerca di consensi nazionali.

Fine della terza via. C’è un filo che lega tutte le questioni toccate oggi dal caffè, e cioè lo scontro sulle riforme, la questione morale nel Pd e la delusione per l’Europa. Questo filo a me pare il fallimento, il rantolo finale della Terza Via (di Tony Blair, di D’Alema di Renzi, Hollande e Valls, dei socialdemocratici tedeschi). Una politica senza orizzonte, che propone solo di gestire meglio della destra le direttive del capitalismo finanziario ultra liberista, che si ritrova stretta nella tenaglia ripresa dello zero virgola – deflazione di lunga lena – e, di conseguenza, ha meno da redistribuire. Quando ci saremo liberati da codesto cadavere, potremo forse puntare su consumi collettivi, scegliere cosa produrre, investire in ricerca, costruire un’Europa democratica e patria dei diritti.

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