L’autore della strage di Berlino è svanito nell’aria, si è dissolto come un’ombra nella notte senza luci. Sui giornali troviamo purtroppo un altro viso, quello sorridente di una ragazza italiana: 31 anni, laureata, specializzata, con un master e un lavoro a Berlino. L’altra sera era andata in quel mercatino a comprare doni per natale. E non c’è più, Fabrizia Di Lorenzo. 12 morti possono rimanere una cifra, un numero, un bilancio. Una vita piena di cose, di sogni, di progetti, la vita spezzata di una ragazza che ora a tutti noi pare di conoscere, lascia un vuoto, è una tragedia. Poi c’è la politica. Angela Merkel era sotto accusa quando si pensava che lo stragista fosse un profugo pakistano. Non era lui, è stato rilasciato ma ora le rinfacciano l’insuccesso della polizia: “sbaglia terrorista”, scrive il Giornale. E allora? l’Isis ha “rivendicato” ma non vuol dire molto. Titolo del Financial Times: “Merkel in lutto. Il cancelliere sotto pressione mentre la polizia tedesca cerca il terrorista”. Così è.

Erdogan se la prende con Gülen. A me pare un depistaggio patetico, ma il governo turco fa intendere che dietro l’assassinio dell’ambasciatore russo ci possa essere il potente predicatore islamico che agli inizi fu mentore di Erdogan ma che poi ebbe l’infelice idea di accusarlo di corruzione e fu ricompensato con un odio furente. Tutta colpa di Gülen e degli Stati Uniti che non lo arrestano Gülen e non lo spediscono in patria col primo aereo. Intanto Russia, Iran e Turchia si presentano (si sono riuniti i Ministri degli esteri) come l’unica alleanza in grado di sanare le ferite della Siria, sconfiggendo i terroristi ma imponendo un negoziato tra governo e opposizione. E i Curdi che ruolo avranno? E i Sunniti? E i miliardi per ricostruire? È chiaro solo che gli Stati Uniti si sono messi fuori gioco e l’Europa non ha nemmeno giocato, anche se è proprio in Europa continuano gli attentati.

Il naufragio a 5 Stelle, constata Repubblica dopo che il bilancio di previsione della giunta Raggi è stato bocciato dai revisori dei conti del comune. “Troppi errori”, l’assessore al bilancio non è all’altezza? C’è tempo fino a febbraio per riparare, ma certo è un’altra bella tegola che cade sul governo del Campidoglio, dopo l’arresto di Marra, le dimissioni della Muraro, le liti. Invece Sala si è auto assolto ed è tornato al lavoro del sindaco. Viene da chiedersi perché mai si fosse auto sospeso, cosa temeva e cosa poi l’abbia rassicurato.

L’Europa e l’ombrello del Quirinale su Gentiloni. È il titolo della nota di Stefano Folli per Repubblica. La riunione al Quirinale per gli auguri è stata occasione di conversazioni informali ma interessanti. Per Mattarella – riferiscono i presenti – non si può votare senza una nuova legge elettorale che preveda meccanismi omogenei tra Camera e Senato e che sia il più possibile condivisa. Il Presidente è cosciente che la legislatura non si può stiracchiare, ma vorrebbe che il governo Gentiloni onorasse gli appuntamenti internazionali in agenda: il vertice europeo nel sessantesimo dei Trattati di Roma e poi il G7 di fine maggio. Sciogliere le Camere dopo quell’appuntamento vorrebbe dire votare a luglio se non in autunno. Intanto Berlusconi si avvicina a tappe forzate al governo Gentiloni, governo che ha promesso di difendere Mediaset dall’attacco di Vivendi. Forza Italia potrebbe votare con la maggioranza provvedimenti importanti, a cominciare forse dal salva banche. Quanto al futuro, Berlusconi vuole una legge proporzionale e alleanze destra-sinistra nella prossima legislatura. Salvini gli fa il contro canto e chiede elezioni subito con qualunque legge. Renzi viene beccato da “Chi” mentre spinge un carrello della spesa al supermercato. Bersani vuol votare contro jobs act e voucher per i referendum sociali della Cgil. Le televisioni scoprono il segreto di pulcinella, e cioè che i posti stabili sono diminuiti nel 2016 e l’uso dei voucher è salito alle stelle.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.