Fuggito dall’Italia il killer di Berlino, titolo della Stampa. “In cella 4 anni” – aggiunge Repubblica – “ma mai espulso”. Sbarcato nel 2011, incarcerato prima a Catania poi a Palermo per aver dato alle fiamme il centro profughi di Lampedusa, il presunto attentatore si sarebbe poi messo in contatto con il predicatore salafita Ahmad Abdelaziz, alias Abu Walaa, arrestato a novembre in quanto reclutatore dell’Isis in Germania. “Berlino è sulla pista d’Anis Amri”, scrive Liberation. Polizia e magistratura tedesche lo tenevano d’occhio ma senza riuscire a estradarlo. Lui si è impadronito di un bisonte della strada, che dalla Padania viaggiava per Stintino, ha accoltellato, legato e poi ucciso Lukasz Urban, l’autista polacco che cercava di evitare la strage, travolto decine di innocenti, ucciso 12 persone e si è dato alla fuga, armato. Il nuovo ministro degli interni, Minniti, vuol mobilitare sindaci e vigili urbani perché segnalino per tempo queste mine vaganti pronte a deflagrare. Potrebbe persino funzionare.

Il precario, così titola il manifesto. Il precario è Poletti. Sinistra Italiana, M5S e Lega hanno presentato una mozione di sfiducia che verrà discussa dal Senato il 10 gennaio. Un gruppo di giovani iscritti al Pd ne ha chiesto le dimissioni, la minoranza speranziana dice che la voterà, la sfiducia, se prima non saranno cancellati i voucher. D’accordo, c’è sempre un Se. Ma i giorni del Poletti sembrano contati. Io ne parlo poco di questo signore, per la stessa ragione per cui parlo spesso di Renzi: dalla gioventù ho sempre la tendenza a dividere il mondo fra intelligenti e cretini..faccio autocritica, perché col tempo ho capito che i primi possono fare guai quanto i secondi. Tuttavia Poletti è membro onorario della seconda categoria, quella dei cretini: ex bersaniano, ex coop, a cena persino con Buzzi, quello di “mafia capitale”, Poletti che non ha avuto tempo per studiare, va spesso in tv e spara cazzate. L’ultima che ha bofonchiato voleva assestare un “vaffa”, con le mani callose, ai ragazzi, presunti fighetti, che se ne vanno a studiare e a lavorare in Europa: meglio perderli che tenerli, ha detto. Ovvio! Non possiamo dare a tutti quel mezzo milione di soldi pubblici in tre anni ottenuti dal figlio di Poletti, Manuel, per pubblicare il suo settimanale, Sette Sere.

Marra atti ai PM, “Ora – scrive Repubblica – Raggi può finire indagata”. Gli atti riguardano la promozione, onerosa, del fratello dell’ex capo del personale e ed ex capo della segreteria del sindaco di Roma, ora arrestato. L’ipotesi di reato potrebbe essere – dice il Corriere – “conflitto d’interessi e danno erariale”. Un sondaggio di Nicola Piepoli per la Stampa certifica che il 56% dei residenti in Italia e il 54% dei residenti a Roma vorrebbero che, a questo punto, Virginia Raggi si dimettesse. “Lì (a Roma) sta finendo tutto”, avrebbe detto Beppe Grillo. Secondo Demos e Ilvo Diamanti, il M5S comincia a perdere consensi. Le intenzioni di voto per il movimento sarebbero passate tra novembre e dicembre dal 29,8% al 28,4%. A giugno, quando Raggi e Appendino furono elette M5S era al 32,3%. Di questa crisi, virtuale, non si avvantaggia il Pd, che viene stimato a dicembre al 30,2, in calo dello 0,2% rispetto al mese precedente. Tuttavia, rebus sic stantibus, Renzi può sperare ancora di arrivare primo alle prossime politiche. Prevedo che l’offerta del Mattarellum sia un ballon d’essai. Dopo un giro di valzer, il rignanese potrebbe convenire con Berlusconi che è meglio il proporzionale, magari con una correzione maggioritaria per indicare più chiaramente chi ha vinto e deve guidare la coalizione di governo. D’altra parte il segnale è chiaro: Berlusconi fa ponti d’oro a Gentiloni e a tutti coloro – e sono tanti – che nel Pd non vogliono elezioni-crociata né elezioni subito. “Prove di dialogo puntando a elezioni più lontane”, constata Massimo Franco.

L’Italia mette 20 miliardi per il salvataggio del Monte di Paschi, è l’apertura del Financial Times. Ieri Forza Italia, insieme a Verdini, Alfano e al Pd ha votato il via libera allo sfondamento del bilancio per 20 miliardi. Ora si attende il decreto che detterà le norme di questa nazionalizzazione mascherata. Inevitabile quando tardiva. Già a giugno la BCE aveva segnalato che al Monte servivano soldi subito, ma il governo aveva fatto finta di non intendere. Renzi aveva ben altro a cui pensare, al plebiscito, alla scommessa finale (credo che nel poker si chiami all-in), con la quale sperava di liberarsi d’ogni controllo. Come sappiamo, ha perso e ora tocca al debole esecutivo guidato dal garbato Gentiloni pagare le cambiali. Scrive il Sole24Ore che gli “investitori” non vogliono saperne di salvare la banca senese. Non JPMorgan né il fondo del Qatar. La fattura tocca dunque allo Stato. A proposito, dall’Europa arriva una notizia da capire bene. “Il tribunale di giustizia dell’Unione Europea – scrive El Pais – ha deciso che il sistema bancario dovrà pagare 4.200 milioni” ai detentori di mutui ipotecari, brutalmente taglieggiati dalla crisi spagnola. Una sentenza storica e retroattiva. Naturalmente le banche ora dicono che non ha valore, in quanto non viene da giudici spagnoli. La finanza sceglie il diritto internazionale o quello nazionale che più le conviene.

In breve. Ricordate Dana la bambina di 7 anni che twittava da Aleppo (credo) con l’aiuto della mamma? Eccola di nuovo, tra le braccia di Erdogan. Il sultano sostenuta l’offensiva di siriani e russi nella città martire e ha subito incassato il suo dividendo, buonista. Indagato il comandante dell’arma, scrive il Fatto. Il suo nome è Del Sette, lo avrebbe voluto al comando dei carabinieri Renzi, e ora, dice il Fatto, “Tremano la politica e il Giglio Magico”. L’inchiesta di Henry John Woodcock ipotizza il favoreggiamento e la rivelazione del segreto istruttorio sugli appalti Consip, e lambirebbe il papà di Matteo. Dossierava i giudici siciliani. E tra loro Scarpinato e Lari. Chi? Antonello Montante, imprenditore già vezzeggiato dal governo e a lungo presentato (dall’amico Ivan Lo Bello) come un campione dell’imprenditoria contro la mafia. Raggiunto da un avviso di garanzia per concorso esterno con la mafia, ha continuato a essere difeso strenuamente da Confindustria. Nonostante un imprenditore siciliano, Marco Venturi, abbia portato in antimafia la denuncia sui suoi rapporti oscuri. L’archivio Montante finisce al CSM. Per scoprire a cosa gli servisse. Formigoni condannato a 6 anni. Oggi ho fatto davvero tardi con il Caffè. Così posso darvi notizia di un titolo di domani,. Il “celeste” favoriva la fondazione Maugeri e l’ospedale San Raffaele in cambio di regali e vacanze. Potrebbe scattare la decadenza da senatore.

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