Fenomenologia del Renzi. Anche oggi è riuscito a conquistare la prima pagina di Corriere e Repubblica, nonostante la doccia fredda dell’Istat: disoccupazione al 12,7%, quella dei giovani al 44,2. “Non siano passacarte dei PM”, “Sfida ai giudici”. E tutti a chiedersi: quale segnale avrà voluito inviare, e a chi? Non lo conoscete. Matteo è più semplice di quanto non crediate, amici analisti. Come “l’ombra del guerriero” di Kurosawa, si è seduto sulla collina più in alto (Palazzo Chigi) e da là controlla i vari campi della battaglia. Non ha strategia nè visione del futuro, cogliere l’attimo, fa un rapido blitz sul campo che più gli conviene. È la lepre: gli altri seguono, dubitano, arrancano.

La ripresa non c’è, colpa dei giudici. Sembra folle ma riflettiamo. I dati Istat avrebbero sparso umor nero sui giornali e più di un quotidiano avrebbe centrato la sua attenzione sui pasticci cumulati dai renziani in Senato: il ricatto subito da Ncd, il contrordine su Azzolini con Serracchiani che si arrabbia e Guerini che approva, lo stop alla delega sulle risorse Rai e la reazione scomposta di Lotti e altri mazzieri. Ecco che l’ombra del guerriero volge lo sguardo al Senato e prova a trasformare un patto d’interesse con gli inquisiti in una pretesa scelta garantisca con conseguente monito ai giudici. Affascina i giornali come l’incantatore i serpenti, toglie benzina alle destre indispettite per la scissione del Verdini. Ma appena sentirà profumo di elezioni, Renzi tornerà anti casta, nel tentativo di prosgiugare il fiume di voti che scorre verso Grillo. E quando aumenteranno (di poche unità) gli occupati, toglierà la museruola al Poletti e tuonerà: c’è la ripresa e parlate d’altro?

Ci sono due modi per batterlo. Con un colpo di mano; e a questo penserà forse la Boschi,ma solo quando l’Europa si sarà stufata della sua “insopportabile mancanza di metodo”. Oppure sfidandolo sulle scelte fondamentali (di cui Matteo non si occupa perchè gli parrebbe una perdita di tempo). Un’altra politica economica per l’Europa (Tsipras, Iglesias),  lotta alla corruzione, evasione, intermediazione  per liberare l’economia meridionale dalle mafie, scelte di politica industriale per sostenere solo chi innova e solo crea lavoro. Tertium non datur. Se lo si contrasta sui singoli campi di battaglia, si finisce inevitabilmente con il perdere ai punti. E il risultato offende l’interesse generale .Perchè i provvedimenti (riforma costituzionale, della scuola, della Rai) escono dalla battaglia ancora più sgangherati delle proposte originarie.

La rana e lo scorpione. La rana si carica sul dorso lo scorpione e lo traghetta dall’altra parte del fiume per aver salva la vita. Lo scorpione la punge (è la sua natura!) provocando la comune rovina. Ma da lontano sembra che la rana sia affogata, non che lo scorpione si sia suicidato.

Un bambino palestinese bruciato vivo nel rogo della sua casa. Netanyahu parla di terrorismo, anche se non di terrorismo ebraico come dovrebbe e come fa Yediot Aharonot. La guerra che ci minaccia ha tre facce. La prima è quella che le monarchie sunnite (con il loro fondamentalismo wahabita) muovono contro l’islam sciita. La seconda è la strumentalizzaizone della religione, dell’olocausto e del rapporto tra ebraismo e cultura occidentale, che i governi di Israele compiono per mere ragioni di potere. La terza è la guerra contro le minoranze etniche in nome dell’identità nazionale (attacco ai Curdi del turco Erdogan). Guerra mondiale a pezzi, dice il Papa. Obama invita i giovani democratici a difendere l’accordo di pace con L’Iran che Netanyahu sta tentando di ribaltare premendo sul congresso americano.

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