Primarie Pd, Renzi piglia tutto, titola la Stampa. Corriere e Pd lamentano il calo dell’affluenza a Roma e cesellano su Bassolino, già sindaco e presidente della regione, sconfitto a Napoli – per un pugno di voti – da una quasi sconosciuta Valeria Valente. Era inevitabile, Renzi ha stravinto in Parlamento, ha vinto (per ora) nel paese e la minoranza Pd si è suicidata: così la gente non va ai gazebo e vota i candidati del premier. Stefano Folli, Repubblica, coglie in ciò “l’evidenza di un sostanziale fallimento”: scarsa affluenza a Roma, la metà, o meno, di quella con la quale fu scelto Marino, e “pochezza del dibattito, anticipo, si può temere, di una contesa per il Campidoglio che rischia di essere altrettanto monotona, grigia e retorica”. “L’errore più grave – dice Folli rivolto “all’apparato” – sarebbe gonfiare le cifre per abbellire la verità”. Il Corriere si chiede cosa faranno ora Bassolino e Bray, candidato ombra a Roma. Insomma se sfideranno il Pd di Renzi o si ritireranno in buon ordine.

In Libia 8 mesi d’inferno, Stampa. Parlano Calcagno e Policardo, riportati a patria e interrogati dal pubblico ministero. “Fame, paura, ci siamo liberati da soli”, dicono al Corriere. “Non è stato l’Is”, scrive per Repubblica Carlo Bonini. Il sindaco di Sabrata si vanta: “non c’entro col sequestro, gli ostaggi sono stati ritrovati da una mia pattuglia in una casa dove erano stato abbandonati”. Un vice premier di Tripoli dice al Corriere: “non mandateci 5mila soldati ma armi e dottori”. Tutti i giornali pubblicano la stessa foto di Barbara D’Urso e Matteo Renzi l’uno di fronte all’altra – che si danno del tu, sottolinea Aldo Grasso – durante l’intervista a “Domenica live”. “Niente intervento, con me nessuna invasione, non invaderemo la Libia”. Non è venuto a dirlo in Parlamento ma ha usato un salotto Mediaset, il nostro presidente del Consiglio, per passare il Rubicone del pacifismo. La guerra inventata dai giornali, americani delusi, francesi e inglesi che si fregheranno le mani se, come scrive Alberto Negri del Sole24Ore, l’invasione della Libia rappresenta “un bottino da 130 miliardi”.

Come tornare a Schengen. Con un piano Junker, spiega Federico Fubini. Un piano che riproporrebbe a dicembre la libera circolazione, senza la quale l’economia europea perderebbe 10 miliardi l’anno. Uno dei punti del piano riguarda l’accordo con il sultano Erdogan, che ha tacitato un giornale d’opposizione trasformandolo, con spari di lacrimogeni e maniere forti, in giornale di regime. Certo non basterà la cura turca: i profughi dalla guerra stanno sbarcando in Grecia, ora che è inverno, con un ritmo di 1400 nuovi arrivi per giorno. Così Ilvo Diamanti, Repubblica, ci fa sapere che anche in Italia una maggioranza, il 56% dei sondati, vuole il ritorno alle frontiere. Mentre solo un terzo ha fiducia nell’Unione Europea.

Le certezze dei neoliberisti. Il professor Alberto Alesina si scandalizza sul Corriere per la campagna elettorale americana: “A sentire Bernie Sanders la disoccupazione «vera» sarebbe del 15 per cento, le classi medie starebbero perdendo reddito ogni anno e Wall Street sarebbe popolata solo da malfattori. Hillary Clinton lo segue solo con un tocco in più di moderazione. I disastrosi candidati repubblicani (soprattutto Trump) parlano di un Paese in decadenza, bancarotta, economicamente umiliato da Cina e Messico e con un debito disastroso”. Secondo i dati del professore, invece, la disoccupazione negli States sarebbe del 4,9%, “l’inflazione tra l’uno e il due senza rischio di deflazione”, “il reddito della parte più povera della popolazione sarebbe salito del 49% e quello delle classi medie del 40.” Certo – ammette Alesina – il debito federale è troppo alto e “senza risolvere il problema della spesa pubblica sanitaria per gli anziani (Medicare), continuerà a salire”. Tagliamo dunque le prestazioni ai vecchi e il capitalismo ritornerà, come Roma dopo l’incendio di Nerone, più bello e splendente che prima.

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